Bentornato. Accedi all'area riservata







Non ti ricordi i dati di accesso?Recupera i tuoi dati

Crea il tuo account

2 SHARES

Schizoamore - Palpiti, ossessioni e travasi di cuore

13/03/2007 9271 lettori
4 minuti

(Da un'intervista radiofonica condotta nella mia trasmissione)

 

Intanto Buon San Valentino! Appartieni anche tu alla categoria degli innamorati o sei tra i single che festeggiano San Faustino, il 15 Febbraio?

 

Io non sono single, sono fidanzato e tendo a non festeggiare San Valentino, trovo sia una ricorrenza un po' "mielosina" però a volte essere romantici non guasta, quindi sì probabilmente festeggerò San Valentino anch'io.

 

Parliamo del tuo ultimo libro uscito da appena una settimana, il 7 febbraio precisamente, Schizoamore - Palpiti, ossessioni e travasi di cuore. Intanto una domanda di rito, come mai questo titolo?

Il titolo è dovuto al carattere stesso della raccolta perché sono comunque venti racconti che parlano tutti d'amore però l'amore nelle sue accezioni più malate, l'amore mischiato ad altri sentimenti non così puliti, come le nevrosi, le paure, i bisogni, a volte persino la follia. Da qui appunto il prefisso "schizo".

 

In ogni racconto è presente il tema della morte, vari sono i riferimenti sessuali e poi c'è l'amore che fa da cardine in tutto il libro. Soffermandoci sul sesso, nel tuo libro parli del sesso che nasconde l'amore, "quella cosa che ti riempie gli occhi di lacrime, ti fa sentire aghi e punte in tutto il corpo, ti rincretinisce e ti fa perdere il senso del pericolo e del ridicolo, ti sbriciola per un attimo e poi si nasconde da qualche parte". Parli dell'amore, e del sesso, come una forza propulsiva che se da una parte ti infonde sicurezza facendoti "perdere il senso del pericolo e del ridicolo" dall'altra si prende anche gioco di te. Ma allora, quanto può essere pericoloso amare?

 

Amare è pericolosissimo. Quando ami ti spogli, ti metti a nudo e lì c'è da sperare che non arrivi  qualcuno con un tubo da dodici a dartelo sui denti, cosa che capita nella maggior parte dei casi, però c'è solo da sperarlo perché sei indifeso, sei spogliato, non puoi tenerti corazze addosso se sei innamorato. E quindi sì, amare è pericoloso, bisogna imparare a non aver paura di correre il rischio.

 

Torniamo adesso al tuo primo libro, "Nella terra di nessuno c'erano tutti", un'opera di difficile collocazione letteraria, non siamo di fronte a un thriller, non è un romanzo rosa, non è un romanzo storico. Forse un'avventura che potremmo definire "picaresca", dai contorni fumettistici. I critici che hanno recensito i tuoi libri non sono riusciti ad inserirti in un contesto letterario. Tu riesci a collocarti in un genere? Che tipo di narrativa è la tua?

 

Intanto non credo molto alla divisione in generi. Credo alla narrativa tout court. Sinceramente credo abbiano ragione i critici a non potermi collocare da nessuna parte perchè in effetti io ho scritto un racconto, una storia inventata, una specie di favola per adulti che ha il sapore sì del fumetto, a volte ha il sapore dell'horror, però sicuramente non è collocabile in un genere. Io credo che la questione della collocazione in un preciso genere sia un po' una mistificazione dei tempi moderni dove c'è questa necessità, chissà perchè, di catalogare tutto, di mettere tutto in caselline ben definite. In Italia abbiamo avuto eminenti esempi di scrittori non catalogabili. Io credo che più o meno qualsiasi scrittore non sia catalogabile, prendiamo Stephen King, sì è uno scrittore horror ma è molto di più secondo me. Forse è più un'esigenza del critico incasellare qualcosa in modo che lo possa maneggiare meglio ma credo che chi scrive non pensi "adesso scrivo un giallo", "adesso scrivo un libro d'amore"… Io penso che si scriva un libro e basta, e poi ci pensino un po' gli altri a dire dove si colloca.

 

A che età hai scoperto il piacere della scrittura, o meglio, prima della lettura e poi della scrittura, no?

Mah, sicuramente ho scoperto prima la lettura -io ho cominciato a leggere a dieci, undici anni e non mi sono mai fermato, sono sempre stato un divoratore di libri- e poi la scrittura un po' più tardi. Io credo che si tratti veramente di allenamento, è difficile che un ragazzino di quindici anni prenda la penna e… certo il talento lo devi avere pervio mi rendo conto su di me che ho cominciato a scrivere delle porcherie immonde e dopo una quindicina di anni, a forza di scrivere, la penna si è affinata, si è arricchita di strumenti, al punto che sono riuscito a scrivere qualcosa di compiuto.

 

Ecco, in quanto autore esordiente, qual è stata la tua esperienza con Avagliano Editore, che ha avuto fiducia in te e che ha pubblicato il tuo primo libro con cui poi sei arrivato alla notorietà.

 

Il primo libro ha avuto una storia un po' tribolata perché sono trascorsi quattro anni prima che venisse pubblicato. e come spesso capita in questi casi ho ricevuto tantissimi rifiuti e poi ad un certo punto per caso in una settimana ho firmato il contratto con Avagliano . In questi casi si tratta da una parte di un po' di fortuna e dall'altra di contattare chi di dovere, nel senso che le case editrici comunque ricevono migliaia e migliaia di manoscritti. Io conosco tante persone che scrivono molto bene e che non riescono a trovare la via della pubblicazione. Un rifiuto non vuol dire niente, può voler dire semplicemente che il lettore, al ventesimo manoscritto della giornata, non colga la scintilla, l'aspetto interessante che può contenere quel testo, altre volte invece capita che qualcuno semplicemente lo legge e dice "Beh, perché no?", sempre che il testo chiaramente valga qualcosa.

 

Il tuo libro è stato recensito positivamente da diversi giornali e riviste nazionali, a cominciare dal Corriere della Sera ma anche Il mattino e poi Dipiù. Giornalisti e critici come Cesare Lanza, Sandro Mayer, Giampiero Cinque parlano di te con entusiasmo.

 

Sì, e questo un po' mi atterrisce, è una cosa che fa paura perché chi esce col primo libro pensa "mah, chissà come andrà" e poi arriva un giornalista e dice "beh questo ragazzo è stato bravo!" e ti carica anche di una responsabilità che non ti aspettavi, e dici a te stesso "E adesso? ne scriverò un altro?

 

Per chiudere, sebbene sei al momento in giro a presentare il tuo secondo libro che è appena uscito, hai già in mente qualcosa per il tuo prossimo lavoro editoriale, o hai qualche altro progetto in cantiere?

 

Al momento no, nel senso che ho alcune idee in embrione che però non mi azzardo ancora a mettere su carta, però spero che prima o poi scatti la scintilla. La maggior parte delle volte scatta per caso, di notte, alle cinque del mattino ti alzi e cominci a scrivere.

 

Grazie Alessandro, buona giornata e buon San Valentino!

Elisa Giacalone
Elisa Giacalone

Nata nel 1980, si è laureata a Palermo nel 2004 in Lettere Moderne con una tesi sperimentale dal titolo "Tra giornalismo e letteratura: l'attività giornalistica di Goffredo Parise". E' specializzata in Filologia Moderna e insegna Italiano e Storia in un istituto superiore. Ha cominciato la sua attività giornalistica a diciannove anni in un mensile, «L’Occhio», nel quale ha lavorato due anni a tempo pieno. Si è occupata di reportage turistici, di attualità e di qualche inchiesta. Successivamente l’esperienza dei quotidiani: «La Sicilia» e «La Repubblica» (redazione di Palermo). Ha collaborato con un altro quotidiano, stavolta locale, “Marsala c’è” (pubblicato anche on line, www.marsalace.it) dove si è occupata di cronaca. Ha partecipato a vari concorsi letterari distinguendosi quasi sempre nelle prime posizioni. Ha lavorato come giornalista radiofonica a Radio Italia Anni 60, una delle emittenti dipendenti da Radio Italia Solo Musica Italiana. Ha anche condotto un programma d'informazione e intrattenimento incentrato sulle interviste. Ha vissuto a Londra per alcuni mesi per una workexperience nel settore "Giornalismo" e ha realizzato un progetto di ricerca (in lingua inglese) dal titolo "The evolution of blog and its impact on the journalism profession: an exploratory approach". Attualmente si divide tra il lavoro di insegnante a scuola e la passione del giornalismo e della letteratura che porta avanti attraverso la radio, le collaborazioni giornalistiche e attività culturali varie. Ha anche un blog (www.reporteritinerante.ilcannocchiale.it) dove è possibile leggere i suoi reportage di viaggio e non solo.